MARCO SANTORO -
Continuano ad arrivare tanti contributi e così proseguiamo celermente
con una nuova intervista ad un caro amico: Marco Santoro
Rossana: Buongiorno Marco e grazie per essere qui, ci presenti il tuo sport?
Marco Santoro: Lo sport che ho
praticato a livello agonistico è stato la lotta libera. Ho cominciato a
gareggiare che avevo 14 anni ed ho continuato a farlo finché mi sono iscritto
all'università. Il ricordo che questo sport mi ha lasciato è il
"sacrificio". La lotta,sia libera che greco romana, è sacrificio
puro. Sacrificio che ti ritrovi nella vita, chi è abituato a lottare sopra una
materassina non si tira indietro neanche nella vita...anche se c'è un momento
in cui ti manca il fiato, ti fermi e ricominci. Questa è stata,per me,la lotta
libera.
Rossana: In
previsione dell’incontro che si terrà a gennaio e che confidiamo averti con noi, credi che la lotta, oggi, sia
uno sport visibile ai più come il calcio tanto da essere riconosciuto?
Marco Santoro: In Italia esiste soltanto
uno sport: il calcio.Per tutto il resto non c'è spazio.Chi pratica sport
diversi dal calcio deve sperare di vincere una olimpiade per avere cinque
minuti di gloria e poi finisce lì e si ricomincia col calcio che, fra l'altro,
non è uno sport,ma un gioco: sul suo regolamento c'è scritto "Giuoco del
Calcio" e questo la dice tutta. Oggi, il calcio è diventato, per via dei
grandi compensi, una vera e propria professione quindi, personalmente, non lo
considero proprio come sport. Per tornare agli sport "minori" (anche
se non è giusto chiamarli in questo modo), credo che molta responsabilità per
la mancata visibilità vada ascritta alle varie federazioni che non si impegnano
abbastanza in tal senso, ma si aggrappano al singolo atleta che riesce ad
ottenere risultati...che insomma salva le poltrone ai vertici. Diciamolo
pure,le medaglie d'oro salvano le poltrone.
Rossana: Cosa vorresti
che uscisse da questo incontro con tutti gli altri sport considerati, come abbiamo
ormai assodato, minori solo ovviamente per la scarsa visibilità?
Marco Santoro:
Grazie infinite a Marco Santoro per il suo prezioso contributo.
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